Messina da porta rischia di diventare la finestra della Sicilia. La Grimaldi, compagnia che già opera nel settore delle autostrade del mare tra l’isola ed importanti porti italiani, avrebbe chiesto l’autorizzazione di attracco a Reggio e Catania e sarebbe pronta ad inaugurare una nuova rotta commerciale tra la Sicilia e la Calabria. Intenzione della compagnia di traghettamento è intercettare una consistente fetta di mercato che l’area dello Stretto rischia concretamente di perdere, dopo la chiusura del porto storico e le limitazioni contenute nell’ordinanza antitir del sindaco Renato Accorinti. Le società di autotrasportatori potrebbero, infatti, trovare conveniente l’approdo diretto a Catania, soprattutto quelle operano nel sud della Regione. Pensiamo ad esempio a tutto il settore ortofrutticolo. Quello di Tremestieri non è un porto in grado di smaltire tutto il traffico pesante da e per il continente. È un approdo di emergenza e come tale non può accogliere i flussi in transito in maniere adeguata. Su questo punto più volte l’Orsa ha sottolineato l’inefficienza della struttura e chiesto, a più riprese, all’Amministrazione Comunale di rivedere l’ordinanza in vigore nelle more della realizzazione del porto commerciale sempre a sud della città. Mentre Messina discute, altre realtà come Catania si organizzano. L’inaugurazione della rotta commerciale alternativa al passaggio sullo Stretto diventa dunque l’ennesimo scippo ai danni della comunità, con tutto quello che ciò comporterà in termini occupazionali. La riduzione dei flussi commerciali potrebbe spingere ulteriormente sia Bluferries che Caronte e Tourist a rivedere l’attuale servizio. L’esubero del personale diventerebbe la conseguenza immediata. L’operazione avverrebbe ancora una volta con la complicità di una classe politica che ormai, come e noto, considera Messina periferia dell’impero e non più nodo nevralgico dei trasporti tra la Sicilia ed il continente. Fortunato Marino