Dai primi rilievi effettuati dall’Arpa nel comprensorio della Valle del Mela non sarebbero stati superati i parametri previsti dalla legge per quanto riguarda gli agenti inquinanti presenti nell’aria. Ma in attesa di conoscere ulteriori dati c’è poco da stare tranquilli. La popolazione ha tutto il diritto di sapere quali sono gli effetti sulla salute e sull’ambiente dopo l’incendio al serbatoio TK 513 della raffineria di Milazzo. I residenti sono preoccupati e ne hanno tutto le ragioni. Ed in alcuni comuni dell’hinterland i sindaci hanno disposto la chiusura delle scuole. Gli abitanti della Valle del Mela hanno respirato nelle ultime, come confermato oggi dai vertici dell’Arpa, forti odori prodotti dalla combustione della “virgin nafta”. Sostanza pericolosa, così è definita nel decreto legislativo numero 334 del 1999. Il liquido infiammabile fa parte della famiglia delle benzine ed è un prodotto che può provocare cancro, alterazioni genetiche ereditarie, irritazioni per la pelle, possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati. E’ tossico per gli organismi acquatici, nocivo ai polmoni in caso di ingestione e l’inalazione può provocare sonnolenza e vertigini. Questo è quello che scrive la Ram. Dati di pubblico dominio. I tecnici dell’impianto che hanno redatto questo documento, sottolineano che “la probabilità che accadano incidenti in grado di interessare in qualche modo la popolazione residente nelle zone circostanti la raffineria risulta molto remota”. Ma qualche giorno fa l’incidente c’è stato ed in molti hanno respirato le esalazioni. Su questo aspetto i cittadini chiedono chiarezza e certezze da parte delle Istituzioni. Sulle cause dell’incendio sta indagando la procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Fortunato Marino