Da un lato il Comune, dall’altro la Regione. Al centro i cantieri di servizio, che a Messina, nonostante dovessero partire a settembre, non sono ancora stati avviati, a differenza degli altri comuni siciliani, in cui, dopo l’ok da Palermo per i finanziamenti, i disoccupati in graduatoria hanno iniziato a lavorare. A Messina, come a Barcellona, Milazzo e Taormina, i tempi invece si prolungano.
Poco chiaro il motivo dei ritardi nella concessione dei fondi destinati ai 26 progetti presentati dalla giunta Accorinti. Una risposta ai cittadini tenta di fornirla il deputato del Partito Democratico Filippo Panarello, che ha sollecitato L’assessorato regionale al lavoro a fare chiarezza sul perché dell’esclusione di Messina e di altre città dall’elenco. I Comuni non inseriti non avrebbero completato le procedure per ottenere i contributi stanziati dal Governo Siciliano. Hanno inviato l’istanza, ma non avrebbero proseguito l’iter burocratico.”Secondo la Regione quindi – chiarisce Panarello – l’inadempienza sarebbe di Palazzo Zanca e degli altri enti municipali non accettati”. Contraria invece la versione del Comune. Il 15 ottobre scorso, infatti, avevamo sentito l’assessore ai servizi sociali Nino Mantineo che aveva giustificato il mancato avvio con la carenza di fondi nelle casse della Regione. Certo questa ipotesi cozzerebbe con la realtà dei fatti perché l’assenza di liquidità allora non avrebbe consentito il finanziamento degli altri comuni. In tal caso sarebbe indubbiamente un’azione discriminatoria. Tra rimpalli di competenze e intoppi burocratici da chiarire, chi ne paga le conseguenze però è l’esercito di disoccupati, che solo a Messina sono 650 e che attendono da mesi l’occupazione promessa,anche se solo per tre mesi, ma indubbiamente un’occasione per ottenere un piccolo contributo economico.