Erano in tanti sabato pomeriggio in corteo a manifestare nelle strade di San Filippo del Mela, ad una settimana dall’incendio della raffineria di Milazzo. Cittadini ed esponenti di associazioni ambientaliste hanno sfilato urlando lo slogan della protesta: “Manifestiamo per la nostra sicurezza e per la vita”. Perché, nonostante le istituzioni cerchino di rassicurare la comunità sulle possibili conseguenze del rogo del 27 settembre, la gente non si sente tutelata. Negli anni passati ci sono state lamentele, petizioni e battaglie contro gli effetti sull’ambiente che la raffineria di Petrolio creerebbe nelle aree vicine e abitate. Ma dopo le fiamme e il fumo nero che per giorni ha oscurato il cielo, adesso la paura cresce e aumentano i timori che si possa omettere il reale impatto che le polveri sottili potrebbero avere sul territorio. Intanto per rendere chiari e ufficiali i dati, L’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente quotidianamente pubblica l’esito dell’attività di monitoraggio, permanente nelle zone coinvolte. Nei giorni scorsi vi abbiamo mostrato i documenti che certificavano i valori di benzene nelle ore immediatamente successive all’incendio. Facendo un excursus della settimana, ecco i parametri registrati dall’Arpa.A fronte del limite annuale di 5 ug/m3, ammesso dalla legge. Il 30 settembre il Pm 10, cioè il valore particelle presenti nell’aria era pari a 20ug al m3. Si tratta di materiale, sottoforma di piccole polveri disperse nell’atmosfera che rimangono nell’aria anche per giorni.Il primo ottobre la media oraria di benzene era di 6,01 ug/m3. Il 2 ottobre di 6,45 ug/m3.E i dati del PM 10 sono stati di 19 ug/m3. Valori di benzene quindi com’è evidente, l’uno e il 2 ottobre superiori alla media e al limite ammesso dal decreto legislativo. Ma la causa aveva detto Antonino Marchese, direttore dell’Arpa, non sarebbe attribuibile all’incendio perché i venti soffiavano nella direzione opposta. Giustificazione che tuttavia necessita di una spiegazione sull’eventuale fonte di inquinamento. Perché se i valori continuano ad andare oltre le soglie stabilite e non si attribuisce la responsabilità alla raffineria, allora la cittadinanza attenderà di conoscere la vera causa dell’alterazione dei parametri.