Sorge sulla SS 114 da un secolo e mezzo, quasi al confine tra Contesse e Minissale. Eppure la Palazzina Grill è stata costantemente ignorata dai messinesi. Sopravvissuta al terremoto del 1908, come la Chiesa dei Catalani, è oggi incredibilmente ostaggio dell’incuria e dei rifiuti. In piedi è rimasta in realtà soltanto la dependance di una villa, il cui giardino veniva utilizzato come sala da tè e conversazione. Un vero e proprio caffè letterario, costruito a metà del 1800 per conto di un banchiere d’origine tedesca, Federico Grill, che gli ha dato anche il nome. A realizzarlo, ispirandosi peraltro allo stesso stile architettonico del Teatro Vittorio Emanuele, sarebbe stato Falconieri, l’architetto che dà il nome all’omonima fontana. Lì dove un tempo si incontravano gli artisti, si organizzavano attività ludiche e feste danzanti, è stato perfino allestito fino a qualche anno fa un pollaio. La costruzione di così grande pregio architettonico e dall’indubbio valore storico è infatti di proprietà di privati e le Istituzioni non hanno mai potuto adoperarsi per la sua riqualificazione. Occupata abusivamente, ha finito con l’ospitare perfino delle galline. Un delitto se si pensa che un tempo la Palazzina Grill rappresentava perfino la porta della città. Al disinteresse dei proprietari si aggiunge la consueta inciviltà dei messinesi, che in quel giardino hanno creato una sorta di discarica abusiva. A quelle mura che dovrebbero essere riqualificate è stato addossato un fabbricato ed a poco è servito anche il vincolo della Soprintendenza dei Beni Culturali, evidentemente arrivato troppo tardi, dopo l’occupazione e dopo che la struttura, è stata depredata dai vandali. Scomparse finestre ed arredi, trafugati perfino i preziosi dipinti di Giacomo Conti, che ne decoravano gli interni. Chi ne ha rilevato la proprietà, che secondo quanto riferito da alcuni vicini risiederebbe ora a Milano, ha evidentemente dimenticato questo gioiello ottocentesco. L’attuale degrado, un po’ come avviene al Tirone in pieno centro, offende la memoria della Messina di un tempo e conferma che la Messina di oggi ha incredibilmente calpestato il suo passato.