L’Amam è disponibile ad accogliere nel suo organico soltanto 23 dei 53 lavoratori in uscita dall’Ato-3, prossimo alla dismissione. L’annuncio è del direttore generale Luigi La Rosa dell’Azienda Meridionale Acque, che nei mesi scorso aveva denunciato carenze di organico negli uffici amministrativi, nella ragioneria ed in segretaria, ed anche di tecnici (ingegneri, geometri e ragionieri). La delibera di indirizzo del Comune prevederebbe invece l’assorbimento dei 53 ex Ato-3 e di gran parte dei 16 lavoratori ex Feluca. Un carico insostenibile per un’azienda che ha fin qui 52 dipendenti ed è disposta a portarli a quota 75 nei prossimi tre anni – aggiunge La Rosa, secondo il quale la priorità è il rispetto del piano economico-finanziario dell’azienda, che incide peraltro anche sul piano di riequilibrio del Comune che altrimenti verrebbe falsato. Il dg dell’Amam ha tenuto ad evidenziare che attualmente i conti sono in pareggio e che gli esborsi aggiuntivi non potranno essere eccessivi, anche per non pregiudicare un servizio essenziale come quello idrico. Palazzo Zanca eroga attualmente 400.000 € all’Ato-3, che nel nuovo assetto andrebbero ovviamente all’Amam. Somma che dovrebbe coprire in gran parte i costi necessari per l’assunzione dei primi 23 lavoratori, che dovranno comunque sostenere corsi di aggiornamento ed essere affiancati da personale esperto, edotto in termini di gestione idrica. Per gli altri 30 il segretario generale Antonino Le Donne propone il conferimento del ramo d’azienda che si occupa delle scerbature. Logica impone in realtà che questo passaggio interessi MessinAmbiente più che l’Amam, come d’altronde è già avvenuto per i 12 lsu ex Agrinova. Secondo La Rosa non è invece percorribile la procedura di mobilità immaginata per i 16 ex Feluca, che non è una società controllata ma partecipata al 29%. Il socio privato di maggioranza è fallito, mentre un’altra quota è in mano alla Provincia. Un capitolo quindi tutto da riscrivere.