La donazione degli organi con i suoi traguardi raggiunti e quelli ancora da raggiungere. Reginald Green, nonostante il dolore per la perdita del figlio Nicholas ed il peso dell’età, non si stanca di parlare di come tante vite umane possano essere salvate. Ieri l’Università di Messina ha accolto nel migliore dei modi l’uomo che ha visto morire sull’autostrada Salerno Reggio Calabria – nel 1994 – il proprio bambino di appena sette anni colpito da un proiettile durante un tentativo di rapina. L’evento di ieri anche per ricordare che quell’espianto di organi, 20 anni, fa consentì di salvare sette persone.
La doverosa accoglienza riservata dai vertici dell’Università a Reginald Green non cancella però la vergognosa condizione della scuola che è stata intitolata al figlio. L’istituto Nicolas Green nel rione Valle degli Angeli di Messina è stato dismesso sei anni fa per mancanza dei requisiti di sicurezza, poi lasciato in mano vandali e ladri.
La struttura è rimasta a lungo sospesa in un limbo istituzionale tra assessorati al patrimonio e alla pubblica istruzione. Qualche anno fa il Comune aveva anche deciso di vendere quello che rimaneva dell’immobile. Alla fine la scuola è rimasta lì a marcire. Rimangono agli atti le ripetute segnalazioni dei consiglieri di quartiere i più recenti – all’Amministrazione del sindaco Renato Accorinti – quelli di Mario Barresi che ha ripetutamente evidenziato lo stato dell’edificio.
Reginald Green ieri avrebbe potuto visitare la scuola dedicata al figlio, ma trattandosi ormai di un cumulo di macerie è stato giusto almeno evitargli questo dolore. Ma la vergogna rimane…