L’appalto per il servizio di lettura dei contatori dell’Amam va rivisto. Il contratto che l’azienda messinese ha stipulato con una ditta di Catania, e che ha avuto come conseguenza il taglio del 50 % dei posti di lavoro – ridotti da 26 a 13 – presenterebbe contorni di potenziale illegittimità. A lanciare l’allarme è il consigliere comunale dei democratici riformisti Nino Carreri che mette in guardia l’Amministrazione Comunale rispetto ai potenziali rischi economici derivanti da contenziosi legali.
La ditta che si è aggiudicata il servizio, l’Ata di Catania, non avrebbe infatti i requisiti previsti dal bando pubblicato dall’Amam il 18 aprile 2013. A scoprirlo una delle ditte perdenti che ha consultato i documenti dell’Agenzia delle Entrate.
E’ risultato così che l’Ata di Catania non aveva per il triennio 2010-2012 il fatturato minimo richiesto per partecipare alla selezione, ovvero 750 mila euro, in quanto il volume d’affari fatto registrare nel periodo in questione era di appena 534 mila euro. Inoltre la ditta si occupava di contatori elettrici e non idrici, altro punto contestato. E così all’Amam, proprio dalla ditta che vuole vederci chiaro, è arrivata una diffida. L’Azienda Meridionale Acque non avrebbe però fornito alcuna risposta. Il consigliere Carreri ha scritto al sindaco Renato Accorinti affinché intervenga tempestivamente per evitare battaglie legali ed eventuali risarcimenti che mettano ancora di più in crisi le casse Comunali.