Il prefetto di Messina Stefano Trotta si schiera a favore del gruppo “Caronte e Tourist”. Il rappresentante del Governo dopo aver convocato un vertice che si è tenuto lo scorso 8 luglio, riunione sollecitata dall’ingegnere Vincenzo Franza, e dopo aver ascoltato i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella vicenda Cartour ha preso carta e penna ed ha scritto al sindaco Renato Accorinti, invitandolo a trovare soluzioni alternative all’annunciata chiusura del Cavalcavia. All’incontro non ha però preso parte il Comune, perché non interpellato. Palazzo Zanca intende comunque confermare il provvedimento. Trotta chiede ad Accorinti buon senso e l’adozione di iniziative che possano evitare un eventuale danno finanziario per l’ente. L’ordinanza che chiude il Cavalcavia al passaggio dei tir – fa intendere il Prefetto – potrebbe essere impugnata. In realtà l’alternativa il Comune l’ha offerta, chiedendo ai Franza il mantenimento delle corse solo nelle fasce notturne, come avviene nel periodo invernale, evitando così il transito dei mezzi pesanti dal centro città in pieno giorno. La risposta degli armatori la conosciamo ed è riassunta in quello che il sindacato Orsa ha definito “ricatto occupazionale”. Il divieto all’effettuazione delle corse pomeridiane nei mesi di luglio, agosto e settembre, per i vertici di “Caronte e Tourist”, creerebbe le condizioni per il via libera al licenziamento di un centinaio di lavoratori. A chi, dunque, il Prefetto dovrebbe chiedere il buon senso e responsabilità? Trotta individua nella riapertura della seconda invasatura dell’approdo di Tremestieri la soluzione. Tutto il traffico gommato che oggi utilizza Rada San Francesco sarà dirottato nella zona sud. In città rimarrebbero solo i tir che vanno al Norimberga. Ma anche il passaggio di un solo camion è pur sempre un potenziale pericolo. Qualcuno forse ha dimenticato che il 28 settembre del 2012 Natale Lembo è morto in via La Farina travolto da un tir. Era pomeriggio. Secondo Trotta in questa vicenda va preservato l’interesse di tutti i soggetti in campo. Obiettivo che però può entrare in contrasto con l’unico vero scopo delle istituzioni, chiamate tutelare l’interesse, quello generale di un’intera città.