Il Ministero dell’Interno scrive a Palazzo Zanca e chiede la restituzione di 14 milioni di euro, risorse concesse nel 2013 come anticipazione dal Fondo di Rotazione, durante la gestione commissariale di Luigi Croce. Giancarlo Verde, dirigente del Ministero, Direttore della Direzione centrale della Finanza Locale, che ha firmato la lettera indirizzata all’Amministrazione comunale, ritiene che siano venute meno le condizioni di prima applicazione del piano decennale di riequilibrio. Nel mese di gennaio la rimodulazione del documento è stata bocciata ed al governo è stato presentato un nuovo testo diverso da quello concepito lo scorso anno. Tuttavia l’assessore comunale al Bilancio, Guido Signorino, ritiene che la situazione finanziaria di Palazzo Zanca sia cambiata negli ultimi 18 mesi. Il vicesindaco ricorda infatti il cammino di risanamento dell’ente avviato dalla giunta Accorinti. “Quando siamo arrivati – afferma il rappresentante dell’Amministrazione – le condizioni erano diverse. Vi erano mensilità arretrate nella corresponsione degli stipendi ai dipendenti delle società partecipate, così come per le utenze enel. In questi mesi il Comune – spiega Signorino – è riuscito ad avviare un percorso virtuoso.” Secondo il vicesindaco, che considera non del tutto corretta l’interpretazione del Ministero, l’Amministrazione è in grado di sostenere la richiesta. I 14 milioni di euro che il Governo vuole indietro verrebbero prelevati dai trasferimenti previsti a favore del Comune. Dai soldi che Messina deve ricevere dall’Imu, imposta versata dai cittadini direttamente allo Stato e da quest’ultimo poi girata agli enti locali. 79 complessivamente i milioni destinati alla città dello Stretto. Ma le attenzioni di Palazzo Zanca in queste ore sono concentrate sulle osservazioni ed i rilievi che lo stesso Ministero farà sul piano decennale. I termini sono scaduti la scorsa settimana. E da un momento all’altro l’Amministrazione comunale avrà le idee chiare sul percorso di risanamento ipotizzato. La bocciatura del piano chiuderebbe le porte all’accesso al Fondo di Rotazione e ai 74 milioni di euro richiesti. A questo punto il dissesto finanziario potrebbe essere più che un’ipotesi.