‘La gestione diretta dei servizi sociali non si tocca e fino a quando ci sarò io in Consiglio Comunale farò le barricate per difenderla!”. Con queste parole il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia Libero Gioveni interviene in merito all’ultimo acceso dibattito sull’opportunità o meno di giudicare positivamente l’operato della Messina social city che Amministrazione e Consiglio Comunale hanno costituito in questo mandato abolendo di fatto il sistema cooperativistico dei servizi. ” Non posso non ribadire con forza questa posizione – spiega Gioveni – soprattutto dopo essere stato il fautore di un emendamento nel precedente Consiglio Comunale presentato in data 19 luglio 2016 nella delibera relativa al Regolamento della gestione dei servizi sociali del Comune di Messina approvato poi dall’Aula il 15 settembre 2016. Chi sedeva con me in Aula in quel periodo, infatti – prosegue il consigliere – ricorderà senz’altro che grazie a quell’emendamento che ha introdotto l’art. 40/bis del Regolamento, si è data la possibilità a tutte le Amministrazioni future di prevedere proprio la gestione diretta dei servizi! Se non ci fosse stato quell’emendamento, quindi – insiste l’esponente di FdI – oggi non saremmo qui di certo a parlare di Messina social city, proprio perché quel Regolamento non prevedeva la gestione diretta. Nel merito invece delle posizioni recentemente manifestate da qualche partito di sinistra che addirittura vorrebbe tornare all’antico – conclude Gioveni – e posto che appare quanto meno curioso che degli esponenti di sinistra preferiscano un sistema pubblico-privato all’internalizzazione dei servizi comunali, non posso non manifestare la mia assoluta contrarietà, perché, oltre alla già positivamente collaudata esperienza della MSC che va comunque ancora migliorata e potenziata, l’ultima quasi trentennale storia di questa città racconta che le precedenti e differenti gestioni dei servizi sociali hanno fallito, tenendo spesso purtroppo al guinzaglio molti lavoratori che oggi invece si sentono parte integrante di un progetto che mira e dovrà sempre mirare (non dimentichiamolo mai questo) a garantire servizi efficienti alle fasce sociali più deboli”.